Pio Joris

Ritratto di popolana napoletana o romana

Pio Joris
Roma 1843 - 1921

Olio su tela, in prima tela e nella sua cornice dorata, su cui è anche presente l'antica targhetta in ottone con i dati del pittore. Pio Joris (1843-1921), pittore romano, acquarellista, incisore; dopo la formazione accademica nell'Istituto di Belle Arti della Accademia di San Luca, rimette in questione gli anni della formazione in seguito ad un viaggio a Firenze nel 1861, dove, alla I Esposizione Nazionale di Belle Arti si invaghisce delle novità veriste di napoletani e toscani. Tornato a Roma si butta a capofitto nello studio del vero e comincia a battere la campagna romana, fino a quando nel 1866 diviene allievo ed amico di Achille Vertunni, il più noto paesista del tempo a Roma. Un viaggio a Napoli col maestro gli farà conoscere personalmente Morelli e Palizzi, nonché gli altri esponenti della scuola di Resina, da cui resterà influenzato: le sue opere sono improntate da una resa del vero risolto con la giustapposizione di tocchi di luce (cfr. La Terrazza, 1866, Galleria comunale di arte moderna, Roma). Successivamente è Mariano Fortuny, suo amico, a influenzarlo, sia nello stile (che si fa più virtuoso e sfrangiato) che nei temi (antiquari, temi spagnoleggianti...). A questo punto (anni '70) il suo stile fu maturo, uno stile caratterizzato dal sincretismo di genuino verismo e piacevolezza di tocco, sfarfallante e brioso. Vinse numerosi premi ai Salon di tutta Europa, in particolare, Monaco (1869), Vienna (1873), Parigi (1876).
Negli anni settanta è a Parigi dove viene influenzato da De Nittis e dall'Impressionismo. Gli anni Ottanta sono quelli della maturità e del successo consacrato dal famoso "La fuga di papa Eugenio IV" della GNAM, esposto alla prima Esposizione Internazionale di Roma. I temi dei suoi quadri sono quelli popolari, con un tocco di jolie, che tanto piacevano ai borghesucci. Tra gli anni Novanta e i primi anni del Novecento si dedica a temi orientalisti, di maniera. Muore a Roma nel 1921.

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